Entrare nelle sale della Bianchi Giovanni è ripercorrere la storia dei setaioli comaschi. Dagli stampini, blocchi a immersione per la stampa in uso a inizio secolo, alle collezioni di foulard e cravatte stampate su sete preziose, ai quadri realizzati su seta per il Metropolitan o il British Museum. Il connubio fra antico e moderno della scala e dell’arredamento ben si addice ai ricordi della Bianchi Giovanni.
Che l’azienda sia stata fondata nel 1866 da Bianchi Giovanni, tessitore a mano e figlio di tessitori, è ipotesi fondata su documenti che dimostrano l’acquisto di telai da parte di Bianchi, ma bisogna aspettare il 1925 e la nascita del Registro delle imprese per trovare la prima registrazione del nome della tessitura a mano. Dopo la guerra si stampavano a mano pezze di seta e di chiffon su tavoli lunghi 36 metri e ad ogni fine produzione si racconta che Giovanni Bianchi si fermasse e festeggiasse banchettando con i collaboratori.
Il legame fra la famiglia Mason, attuale proprietaria, e il mondo del tessile e della seta nasce già ad inizio secolo con Alberto Mason che è stato il primo fotoincisore ad incidere quadri di stampa alla lionese, tecnica che aveva imparato a Lione dove era stato mandato dai suoi datori di lavoro, i Gillet Frères allora proprietari della Ticosa. A causa della crisi in questi anni il lavoro è calato, ma per nessun motivo Bianchi Giovanni vuole rinunciare al Made in Italy.